“Cos’è sarebbe la nostra vita se fosse vissuta individualmente, senza qualcuno con cui condividere convinzioni ed emozioni?”. Questo è ciò che mi sono chiesto la domenica di Pasqua dopo la messa, riflettendo sulla “Pasqua Marista” appena terminata. Quasi trenta ragazzi di età compresa tra i 17 e i 21 che si riuniscono insieme per vivere nel più intenso dei modi il triduo pasquale non è cosa di tutti i giorni e credo di parlare a nome di tutti dicendo che sicuramente quest’esperienza è stata une delle più intense e potenti che abbiamo mai vissuto nella nostra vita. Iniziata tra la titubanza di molti, poiché per quasi tutti era la prima volta, essa si è rivelata una bomba di emozioni concentrate in soli tre giorni che sono riuscite a colpire tutti nella parte più intima, e spesso dimenticata, del cuore. Infatti, il triduo è iniziato tra le attività di servizio dei primi due gironi, tra le quali quella di maggior impatto è costituita dalla giornata di animazione e dalla via crucis effettuate nel campo rom di Masseria del Pozzo che hanno scosso tutti dal punto di vista emotivo, e passando per la giornata totalmente riflessiva di sabato, dedicata ad attività di preghiera e deserto, si è chiusa con la messa della domenica dopo la quale ci siamo salutati tutti tra lacrime e una leggera tristezza per la fantastica esperienza che volgeva al termine. Ora, ripercorrendo tutte le emozioni vissute, tutti i sorrisi donati, tutte le occhiate scambiate, tutti gli abbracci ricevuti riesco a pensare ad una sola cosa: Grazie, Signore, per avermi fatto marista!!

Alberto Scialò