notizie

V Giornate degli Educatori Maristi

Celebriamo la quinta edizione di quest'iniziativa, incentrata sulla neurodidattica, che quest'anno avrà luogo nelle due sedi di Sanlúcar la Mayor e Alicante La nostra Provincia Mediterranea celebra, in questo anno accademico 2023-2024, la V Giornate degli Educatori Maristi. Questa quinta edizione si concentrerà in particolare sulla neurodidattica, un tema attuale che sarà molto utile per tutti coloro che parteciperanno a questo evento formativo.              Come negli anni precedenti, anche per questa quinta edizione della ci saranno due sedi. Le scuole di Sanlúcar La Mayor (Siviglia) e di Alicante ospiteranno questo evento pedagogico rispettivamente il 4 e il 18 novembre. Centinaia di educatori maristi parteciperanno per approfondire e condividere le loro buone pratiche didattiche, oltre che per ricevere una formazione specifica sul tema scelto.              “La neurodidattica sarà il filo conduttore di queste giornate e sarà presentata da Gemma Guillén San, direttrice di 'Niuco Educación', una professionista con più di 25 anni di esperienza nell'ambito delle Risorse Umane a livello internazionale e che ora sta concentrando il suo lavoro nel campo dell'educazione”, ci spiega Juan García, nostro delegato provinciale di Educazione.      L'obiettivo dell'intervento di Guillén sarà quello di approfondire l'argomento per formare gli insegnanti alla neurodidattica, un nuovo concetto che nasce dall'interazione tra diverse discipline come le neuroscienze, la psicologia e l'educazione. Allo stesso modo, queste Giornate degli Educatori Maristi serviranno come forum per “valorizzare il grande lavoro svolto nelle nostre scuole attraverso i Premi La Valla e il riconoscimento delle Buone Pratiche”, aggiunge Juan García. Il poster che annuncia l'evento e accompagna questa notizia (nelle due lingue dei paesi partecipanti, quindi sia in spagnolo che in italiano) trasmette quelle che saranno le idee fondamentali della formazione e gli insegnamenti condivisi, oltre a collegarsi anche allo slogan marista di quest'anno: “Siamo

Vedere di più

notizie

Entra, siamo casa

Iniziamo l’anno scolastico 2023-2024 con un nuovo slogan e con l’entusiasmo e la speranza con cui affrontiamo questa nuova tappa Vi diamo il benvenuto all’anno scolastico 2023-2024! E lo facciamo attraverso la nuova proposta educativa che le Province Mariste della Regione Europea ci presentano come slogan comune: “Siamo casa”. Uno slogan che nasce dalla voglia di dare risposta – una buona risposta, una risposta cristiana – alle esigenze della realtà in cui viviamo. La proposta marista per quest’anno è di far diventare i nostri centri delle case dove poter accogliere tutti e tutte, con le proprie particolarità e le proprie differenze. E soprattutto, ora che inizia un nuovo anno, vogliamo essere un luogo dove sentirsi a casa: accuditi, accolti, presi in considerazione, ecc... Non solo singolarmente in ogni scuola, ma anche nella grande casa comune che è il mondo e all’interno della nostra grande famiglia globale marista. Questa esperienza di “casa” si ispira al modo in cui Gesù accoglie e accompagna tutti; l’esempio per eccellenza di sguardo attento e inclusivo verso la persona. Una scelta di vita alla quale siamo chiamati in quanto maristi: per essere "focolari di luce" e fari di speranza, prendendoci cura della vita e generando nuova vita. Essere a casa significa sentirsi a proprio agio, accuditi, protetti, valorizzati, amati, confortati, tranquilli, liberi, parte di qualcosa, protagonisti, celebrati, rispettati, ascoltati, partecipanti, riconosciuti... Come potremmo non volerci sentire a casa? E non stiamo parlando solo dei nostri giovani, ma anche di noi educatori, delle famiglie e di tutti i membri della comunità educativa. È un modo di essere e di vivere che vogliamo portare con noi nei nostri quartieri, nelle parrocchie, nelle città, nella Chiesa e nel mondo. Non sarebbe una vera casa se non fosse sempre aperta per tutti coloro che ne fanno parte. La buona gestione delle differenze è un valore fondamentale della nostra casa: permettere a ciascuno di valorizzare la propria identità, prendendosi cura di tutte le dimensioni della persona. Significa educare ad ESSERE in un mondo che è pieno di diversità. La natura, le culture, le società e le capacità delle persone sono tutte diverse. E, in queste realtà, noi sentiamo di essere chiamati a creare ambienti sicuri di crescita e di convivenza per tutti i nostri bambini e ragazzi. Come Maristi di Champagnat, per noi l'inclusione deve essere sempre una sfida da tenere presente, una ricerca costante per rispondere ai bisogni del nostro tempo in ogni momento, riconoscendo la diversità umana come valore e principio etico ed evangelico. È un invito a trasformare vite attraverso l'educazione e a non lasciare indietro nessuno. Pensare alla nostra casa, ai nostri centri educativi, come a luoghi con una grandissima varietà di opzioni su cosa e come imparare; dando spazio a processi partecipativi in cui impariamo a dialogare alla pari con gli altri, a condividere e a essere responsabili. Siamo una casa aperta, all’interno della quale istituzioni, organizzazioni e gruppi della comunità sono coinvolti nell'ideazione di progetti; uno spazio in cui tutti partecipano e si promuove lo sviluppo in contesti diversi. Una casa che favorisce il percorso verso una concezione dell'educazione come compito condiviso da famiglie, scuole e altre istituzioni sociali impegnate in quest’ambito, come la nostra Fondazione Marcellino Champagnat o la Fondazione Siamo Mediterraneo o i nostri cari Maristi Blu. Lo slogan di quest’anno inoltre è legato al Patto Educativo Globale all’impegno principale di mettere al centro la persona, aprirsi all'accoglienza e ascoltare le giovani generazioni; e si ricollega a molteplici passi della Bibbia che ci parlano di equità, relazioni, cura, protezione... “Siamo casa”, insomma, è più di una frase fatta. È qualcosa che sentiamo nel profondo del nostro essere. Significa sapere che qui, dai Maristi, veramente e con tutto ciò che comporta... SEI A CASA. Un luogo in cui senti di appartenere, che vivi come tuo. Tutto si riduce a questo. Perché non è una casa qualsiasi, è la tua casa. Perché noi SIAMO CASA. Buon Anno

Vedere di più

notizie

Benvenuti alla Resistenza!

Il Fratello Provinciale, H. Aureliano García Manzanal, invia una lettera aperta ad educatori ed educatrici mariste in questo inizio di corso. Il suo messaggio, motivante ed emozionante, parla dell'eredità di uno stile educativo che nazione a La Valla e di tutto l'eredità ricevuta e che semina, giorno dopo giorno, in ogni aula e progetto sociale di Maristas Mediterráneo. "Essendo consapevoli di un regalo così speciale, il motto di questo corso si riempie di un senso più profondo: sorridi di cuore" Agli educatori della Provincia Mediterranea : Cari amici e amiche: Inizia un nuovo anno scolastico e, con esso, si apre una nuova pagina della storia di ciascuna delle nostre scuole e opere sociali. Una pagina bianca dove scriveremo il capitolo di un libro che altri hanno iniziato a scrivere 205 anni fa. Raccogliamo un'eredità centenaria che, a sua volta, è stata ancorata molti secoli fa, negli insegnamenti del Maestro di Nazareth. Marcellino Champagnat, un semplice prete di campagna, raccolse il testimone nel 1817. Acquistò una casa semidiroccata a La Valla-en-Gier, nel dipartimento della Loira, in Francia, e lì, con un piccolo gruppo di giovani dei villaggi circostanti, iniziò a progettare un sistema di scuole che fornisse istruzione a centinaia di bambini delle campagne, bambini che fino a quel momento non potevano nemmeno immaginare che le porte della conoscenza e le finestre della speranza di una vita più dignitosa si sarebbero aperte anche a loro. Ognuno di voi fa parte di questa storia. Siamo eredi di uno stile educativo che è nato in quella casa di La Valla; ad esso ci riferiamo ogni volta che parliamo di “educazione marista”.  Abbiamo ereditato scuole che sono diventate case di luce, una pedagogia basata sulla presenza e sull'ascolto, il riferimento a Maria come Buona Madre e modello, l'amore per il lavoro e il senso di responsabilità, la missione intesa come servizio e donazione, lo spirito di famiglia, l'attenzione prioritaria a chi ha più bisogno e l'impegno incrollabile a costruire un mondo nuovo. Questa è l'eredità che, giorno dopo giorno, seminate in ogni aula e opera sociale della Provincia Marista di Mediterranea. Ad essa dedicate tutta la vostra vita ed è il motivo per cui vi alzate ogni mattina per intraprendere con gioia tutta la vostra attività educativa. Consapevoli di un dono così speciale, il motto di questo anno scolastico è carico di un significato più profondo: "Sorridi con il cuore”. Cosa posso dirvi? Grazie! Grazie per la vostra vocazione di educatori e per essere parte di questa grande famiglia marista. Ogni azione educativa è finalizzata a cambiare la realtà e non a adattarsi ad essa accontentandosi di ciò che c'è. Non tutto ciò che il mondo di oggi offre è valido. Rassegnarsi a ciò che il nostro secolo ha da offrire non è un'opzione che dà vita e di certo non aiuta nessuno a crescere. L'educazione marista è chiamata a offrire, a partire dalla fraternità, un nuovo paradigma capace di disegnare una società alternativa che assomigli di più al Regno di cui ha parlato Gesù. Si tratta, in fondo, di un movimento di resistenza. E sappiamo che nel corso della storia ne sono sorti molti: la resistenza all'occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale, i movimenti di disobbedienza civile, i movimenti non violenti come quello guidato dal Mahatma Gandhi in India, e così via. Certamente, non tutti possono essere considerati un esempio da seguire. Nel tentativo di offrire una società migliore, libera dalla tirannia e dall'ingiustizia, alcuni di loro hanno usato mezzi violenti che hanno finito per generare guerre altrettanto ingiuste e sanguinose di quelle che essi stessi cercavano di combattere. Più di duemila anni fa Gesù di Nazareth iniziò il suo unico movimento di resistenza. Era indubbiamente un buon maestro e spiegava il suo messaggio con parole e metafore semplici, in modo che anche i più giovani potessero comprenderlo: il seminatore che sparge i suoi semi nella speranza di un buon raccolto, il lievito che lievita la pasta, gli uccelli che non seminano né raccolgono, ma sono nutriti dal Padre, i gigli del campo che non lavorano né filano ma si vestono di una bellezza incomparabile, il tesoro nascosto nel campo per il quale vale la pena di vendere tutto, l'uomo saggio che costruisce sulla roccia… E raccontava storie. Ha parlato di un piccolo seme di senape che, sepolto nella terra, è diventato un bellissimo arbusto, di un pastore che ha lasciato il suo gregge per andare alla ricerca della pecora smarrita e di un buon padre che ha preparato un banchetto spettacolare per accogliere il figlio che aveva sperperato la sua eredità. Tutto ciò che faceva e diceva era una vera e propria esplosione di creatività, l'azione instancabile di un maestro. Voleva che gli uomini e le donne del suo tempo potessero cogliere la presenza salvifica e amorevole del Dio buono che accompagna la nostra storia. Per Gesù, la vita va sempre oltre ciò che si vede. Per lui, solo l'amore ci rende liberi. Solo la misericordia salva. Duemila anni dopo, la sua persona e il suo messaggio continuano a illuminare la vita di milioni di uomini e donne. Le sue tracce non sono state cancellate, né è cessata l'eco delle sue parole. Siamo in molti a credere che gli insegnamenti del Maestro di Nazareth possano restituire l'anima a un mondo che sembra averla persa. Noi maristi ci sentiamo chiamati a continuare questo movimento di resistenza che Gesù ha iniziato, e per questo abbiamo in mano la più potente arma di costruzione mai inventata: l'educazione. Vi invito a vivere in profondità il nostro impegno per questa resistenza radicata nel Vangelo e vi propongo alcune chiavi che possono aiutarci a metterla in pratica nella nostra azione educativa. Tutti questi aspetti, senza dubbio, si riflettono nel nostro Piano Strategico e nelle Priorità Provinciali, ma forse esprimerli in modo diverso può ispirare e portare una nuova prospettiva: 1.     Compassione e servizio come principi educativi. In un mondo competitivo in cui l'obiettivo è arrivare primi o almeno salire sul podio, con il nostro modo di educare affermiamo che “colui che vuole essere il primo sia l'ultimo e servo di tutti” (Mc. 9, 35). Come si educa alla bontà, al servizio e al dono di sé? Questa è la chiave per costruire un nuovo mondo basato sull'amore. Ed è anche la domanda chiave perché è legata alla nostra identità. Questo è ciò che siamo. Questa è la nostra vocazione e l'eredità che abbiamo ricevuto. Essere un fratello o un laico marista significa essere per gli altri. Come possiamo approfittare di questo Anno Vocazionale Marista per continuare a crescere e approfondire la nostra Spiritualità? 2.    La cultura dell’incontro come forma di vita La situazione pandemica degli ultimi anni ha messo in discussione il nostro mondo relazionale e persino il nostro equilibrio personale. Non siamo rimasti indifferenti a questo fenomeno nelle nostre scuole e nel lavoro sociale. Sono aumentati in modo esponenziale gli studenti con problemi di salute mentale e persino con idee suicide, abbiamo avvertito in misura maggiore o minore la paura del faccia a faccia anche tra i nostri insegnanti, e abbiamo cancellato per un lungo periodo molte delle nostre attività di gruppo e didattiche. Come recuperare l'incontro in modo equilibrato e responsabile? Come curare le ferite della solitudine e della paura? La fraternità e l'incontro sono il nostro habitat naturale. Fin dalle nostre origini, lo stile educativo marista si è basato su una pedagogia della presenza, della prossimità e dell'empatia. In questo modo, contribuiamo con il nostro granello di sabbia alla costruzione di una società alternativa basata sulla chiave della fraternità universale: “Uno solo è il vostro Maestro e tutti voi siete fratelli”. (Mt. 23,8) 3.    La resistenza per evitare il dominio dell’egoismo e rendere possibile la speranza. Come in altre parti del mondo, anche nell'area geografica della nostra Provincia Marista stiamo vivendo tempi di incertezza socio-politica. Le elezioni in Italia sono imminenti e alcune previsioni che vengono fatte sono davvero preoccupanti. In Libano siamo ancora nel mezzo di una crisi globale (politica, sociale ed economica) che sembra non avere fine. In Siria, si dice che l'82% della popolazione viva al di sotto della soglia di povertà; si trova in una situazione di “senza guerra, però senza pace” come ci ricordano nell’ultima Lettera da Aleppo (N. º 44). In Spagna ci saranno le elezioni nelle autonomie e continueremo a combattere con la LOMLOE e i cambi che questo comporterà nel sistema educativo. Quale lettura profetica possiamo offrire di fronte a tutte queste realtà? Ho iniziato questa lettera con la citazione dai Romani 12, 2: "Non conformatevi a questo mondo...". La resistenza al dogmatismo del mondo di oggi ci apre alla speranza e può impedire il dominio dell'egoismo. La nostra vocazione di educatori ha sempre una punta di anticonformismo e un atteggiamento critico che si concretizza in un impegno sociale attivo. 4.    L'incessante ricerca della pecora smarrita. La parabola della pecora smarrita è narrata nel Vangelo di Matteo e nel Vangelo di Luca. Matteo offre un dettaglio che dovrebbe mettere in discussione i nostri approcci educativi e capovolgere più di un programma. Racconta come il pastore lasci il resto del gregge per andare alla ricerca della pecora smarrita e poi aggiunge: “… E se la trova, vi dico davvero che ha più gioia per lei che per le novantanove che non si sono perse.” (Mt. 18,13). Cosa possiamo fare di più per raggiungere gli ultimi? O meglio, cosa dobbiamo cambiare affinché gli ultimi siano i primi nella piramide delle nostre preoccupazioni? L'impero dell'urgenza mediatica divora le notizie a un ritmo vertiginoso. Spesso mette in scena la debolezza, la povertà e la guerra. Può contribuire a sensibilizzare milioni di persone, certo, ma di solito è di breve durata e ignora i bisogni più vicini alla casa e alla vita quotidiana. Le notizie sono finite, ma la Siria continua a soffrire, la povertà aumenta nelle nostre città e nei nostri paesi, i nostri vicini non riescono a sbarcare il lunario, la crisi fa sì che i nostri amici e familiari perdano il lavoro, ecc. Come possiamo contrastare questa melodia ingannevole? Nella tradizione cristiana ortodossa las “mirofore” sono le donne che portarono la mirra al sepolcro di Cristo la mattina di Pasqua. Sono le donne che hanno curato e assistito il corpo di Gesù. In esse sono rappresentate tutti gli uomini e le donne che dedicano la loro vita alla cura e all'assistenza dei corpi feriti della storia. Trovo che sia un'immagine eloquente e stimolante che esprime la profondità della nostra vocazione di educatori. Stiamo iniziando un nuovo anno scolastico. Una pagina bianca. Un universo di possibilità si dispiega davanti a noi, una missione per cui vale la pena rischiare tutto, un sogno ereditato per far germogliare di nuovo la speranza. Buon Anno e … Benvenuti alla

Vedere di più

notizie

MARISTI MEDITERRANEA: Inizia il progetto SIAMO VANGELO

Inizia un processo di ascolto dei diversi gruppi che fanno parte della nostra Provincia per valutare la centralità dell'Evangelizzazione nelle nostre opere "Vogliamo ascoltarvi". Con questa breve frase si conclude una serie di lettere che si stanno inviando ai diversi gruppi che compongono le comunità educative delle nostre opere (studenti, famiglie, educatori, catechisti, ecc...) e con la quale vogliamo riassumere e spiegare il processo di ascolto che si sta realizzando attraverso il progetto SIAMO VANGELO. In questa lettera, la nostra Provincia chiede, a tutte le persone che fanno parte delle opere, di ritagliarsi un pò di tempo per rispondere ad alcuni questionari che si stanno presentando, di rispondere "con sincerità, con il desiderio di continuare a camminare annunciando la Buona Notizia, allo stile di Gesù e Marcellino". L'obiettivo è quello di approfondire e conoscere l’esperienza della nostra istituzione nell’ambito dell’evangelizzazione. Questa grande “consultazione” rientra nel progetto SIAMO VANGELO, un progetto attivato dai Maristi della Mediterranea, che, dopo questa fase iniziale di ascotlo, prevede la realizzazione di un piano di azioni che sorgeranno proprio da questo “dialogo” con i diretti protagonisti, proprio perche siamo tutti "intorno alla stessa tavola”. Così, da oggi e per le prossime settimane, sia in Spagna che in Italia e in Libano-Siria, realizzeremo questo lavoro di informazione, ascolto e partecipazione delle comunità educative mariste delle nostre scuole. "Vogliamo che tu partecipi ad un progetto meraviglioso. Abbiamo bisogno di conoscere la tua esperienza nella scuola, che tu condivida con noi il tuo percorso, che tu possa raccontare cosa significa essere un Marista di Champagnat". Questo progetto condiviso SIAMO VANGELO ha come obiettivo fondamentale quello di valutare la centralità dell'evangelizzazione nelle nostre opere, di esplorare nuove azioni e di creare nuovi progetti. È in linea con altre iniziative simili che si stanno proponendo all’interno del mondo della scuola cattolica. In particolare, lo sviluppo di questo progetto è inquadrato nel Piano Strategico Provinciale 2019-2024, permea i suoi otto scenari, anche se ha un legame speciale con lo scenario #SiamoInteriorità. Dunque, questo progetto ha portato alla creazione di uno strumento che ci permette di analizzare la realtà attuale delle opere educative in base a criteri che mirano a mettere l'evangelizzazione al centro dei nostri progetti educativi. E perché tutto questo merita il nostro tempo ed entusiasmo? Possiamo ricercare la giusta motivazione nelle parole di Fratel Juan Carlos Fuertes, Fratello Provinciale dei Maristi Mediterranea: " CAMBIARE IL MONDO SECONDO IL SOGNO DI DIO. È per questo che siamo qui tu ed io. Questa è la nostra missione come Maristi. Da quando Champagnat ha accolto i primi due giovani a La Valla il 2 gennaio 1817 fino ad oggi, ogni volta che mettiamo piede in un'opera educativa, sia essa scuola o progetto sociale, tutto quello che facciamo persegue questo unico fine. Così "traduciamo" quello che Marcellino diceva: Far conoscere e amare Gesù Cristo è il fine della vostra  vocazione. Una buona educazione è il mezzo più sicuro per generare buoni cittadini.". In questo senso, Fratel Juan Carlos continua dicendo: "Il nostro cammino per cambiare il mondo è la fraternità, via attraverso la quale aiutiamo tutti a crescere, ad essere PERSONA, a maturare, a sviluppare i propri talenti. Un progetto che finirà solo quando tutti gli esseri umani si guarderanno negli occhi e vedranno nell'altro un fratello. Il Vangelo di Gesù ci ricorda: Voi tutti siete fratelli (Mt 23,8). Lottare per realizzare questo sogno è per noi evangelizzare. Per questo educhiamo. Perciò, per noi, tutto educa, tutto evangelizza. Tutti educano, tutti evangelizzano. La strategia per concretizzare questa sfida è a 360º e coinvolge tutte le persone dell'istituzione. Lo strumento che presentiamo oggi ci permette di porci delle domande: in cosa siamo bravi? Che cosa ci aiuterebbe a migliorare il nostro lavoro educativo e di evangelizzatori? Che cosa possiamo condividere e imparare gli uni dagli altri? Come possiamo aiutarci a vicenda? E, a proposito di aiuto, c'è una Commissione di coordinamento, senza la quale non sarebbe stato possibile portare avanti tutto questo progetto e fare i passi necessari per raggiungere l'obiettivo finale. Siamo grati ai membri di questa commissione per la loro dedizione, impegno e coinvolgimento, così come saremo grati alle migliaia di persone che parteciperanno, condivideranno e si faranno sentire in tutta la nostra Provincia Marista

Vedere di più

notizie

Misurare- Valutare l’evangelizzazione nelle nostre opere educative

L'Incontro Provinciale si concentra sulla seconda giornata di spiegare lo strumento per valutare la centralità dell'evangelizzazione in ogni scuola e stabilire un nuovo quadro comune su di esso. Abbiamo una scuola di evangelizzazione? Per dare una risposta a questa grande e profonda domanda, il cammino è iniziato oggi durante la celebrazione della seconda sessione dell'Incontro Provinciale dei Maristi del Mediterraneo. Ebbene, in realtà, i passi sono stati fatti da molto tempo e il frutto di quel lavoro precedente è stato presentato a questo incontro internazionale. Lo strumento per valutare la centralità dell'evangelizzazione nelle nostre opere è stato illustrato attraverso gruppi di lavoro per paesi di provenienza. E’ stato spiegato che il lavoro di un anno di tutte le equipe trasversali ha prodotto uno strumento diviso in 8 scenari - che coincidono con quelli del Piano Strategico e facilitano il necessario collegamento tra piano e progetto - 25 aree e 82 criteri valutabili. Il programa sarà sviluppato attraverso i seguenti passi: a.         Analisi della realtà da parte dell'intera comunità educativa. b.         Valutazione interna ed esterna. c.         Studio dei risultati. d.         Proposte personalizzate di miglioramento. Verrà realizzato un questionario tramite “Forms” in ogni scuola nel mese di aprile. A seconda dell’incarico che si ricopre nella scuola si avrà un questionario specifico a cui rispondere; si dovrà rispondere a tutte le domande tranne quelle in cui compare l'espressione: "rispondi solo se ... ad esempio, insegnante di scuola primaria". Verranno create cinque equipe (Italia, Libano e tre per la Spagna). Saranno formate da membri delle equipe provinciali (quattro persone) e da coloro che lo desiderino. Queste equipe avranno il ruolo di “osservatore esterno” e realizzeranno lo studio dei risultati e le corrispondenti proposte di miglioramento. per risolvere qualsiasi dubbio che possa sorgere durante compilazione dei questionari. -L'obiettivo di questo questionario non è quello di dare alcun voto ma di raccogliere informazioni attraverso le risposte di varie persone e stakeholders che ricoprono ruoli diversi all’interno della scuola; questo è necessario per fare in modo da avere un'analisi il più oggettiva possibile che ci aiuti a comprendere la nostra posizione in ciascuno dei criteri di evangelizzazione. Dopo un momento di riposo e riflessione personale, c’è stato un momento in cui è stato spiegato l’integrazione di questo grande progetto con il resto delle iniziative provinciali. Questa parte è iniziata anche con una domanda: perché faccio quello che faccio? Questo punto di partenza è servito a sottolineare che qualsiasi azione che intraprendiamo deve essere motivata da qualche ragione precedentemente considerata. Quindi, in questo caso - e in molti altri - si tratta di passare dal pensiero (idea) all'azione (misura), perché il binomio "pensiero-azione" deve ricorrere in tutto ciò che proponiamo, poiché dà senso a tutto il nostro Azioni. L'ultima fase della seconda giornata dell'Incontro provinciale è stata guidata da Fr. Chano Guzmán, che ha iniziato sottolineando tutto il lavoro svolto per arrivare  all’incontro provinciale. Perché, sebbene sembri complesso a priori, è semplice nella pratica. Sarà un lavoro individuale di ogni centro e la somma di tutti servirà per riflessioni comuni. Dopo il suo sviluppo, il prossimo scopo è quello di stabilire un Documento cornice per l'Evangelizzazione, un materiale che sarà pronto entro l’anno 2021. Fr. Chano ha fatto un riepilogo dei due giorni di lavoro e ha sottolineato che l'evangelizzazione non è un'aggiunta ma "il sangue che scorre nelle nostre vene, è la sete di Dio per trasformare la realtà". La Commissione preparatoria per l'Incontro provinciale ha voluto ringraziare tutti per il loro coinvolgimento e partecipazione: "Grazie a ciascuno di voi perché siete sale del mondo e luce in arrivo; l’ incontro provinciale del 2021 è stato chiuso e tenendo presente che, in ogni momento, #SiamoVangelo #SiamoFamiglia

Vedere di più