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Premi ‘La Valla’ 2023

L'Equipe Provinciale di Educazione ha assegnato i premi ‘La Valla’ di quest'anno, che riconoscono l'innovazione e le buone pratiche nelle nostre opere educative L'Equipe di Educazione della Provincia Mediterranea ha annunciato i premi ‘La Valla’ 2023, che riconoscono l'innovazione e le buone pratiche nelle nostre opere educative.              In particolare, questa nuova edizione dei premi ‘La Valla’ ha messo in luce l’ottimo lavoro pedagogico svolto durante lo scorso anno in sei delle nostre scuole. Sono stati assegnati sette riconoscimenti: uno per le buone pratiche educative, tre premi per l'infanzia e la primaria, e altrettanti per la scuola secondaria.              Il nostro delegato provinciale di Educazione, Juan García, ci racconta che sono stati presentati 27 lavori in totale, sia dalla Spagna che dall'Italia. Riprendendo le sue parole, “ringraziamo tutti i partecipanti per aver condiviso le loro esperienze pedagogiche, che sono state fonte di grande soddisfazione per tutta la famiglia educativa della Provincia Mediterranea”.              I vincitori sono stati i seguenti progetti. Per l'infanzia e la primaria, "Inclusione: Stazioni di Apprendimento" dei Maristi di Jaén (primo premio); "Una trasformazione col sorriso e con il cuore" dei Maristi di Sanlúcar la Mayor (secondo premio); "Missione Antartide" dei Maristi di Cartagena (terzo premio). Per la scuola secondaria, "Liberi contro le mafie" dei Maristi di Giugliano (primo premio); "Viaggiamo nel tempo" dei Maristi di Granada (secondo premio); "Salvando il Natale" sempre dei Maristi di Cartagena (terzo premio). Oltre a questi premi, la scuola dei Maristi di Algemesí ha ottenuto il riconoscimento delle buone pratiche educative per la sua iniziativa #aMaristesAmbBici. “Abbiamo imparato qualcosa da tutti i progetti e abbiamo notato l'eccellente lavoro didattico, la creatività, la generosità e l'entusiasmo con cui i nostri educatori svolgono la loro missione educativa ogni giorno nei loro centri. Li incoraggiamo a continuare a condividerla”, ha aggiunto Juan García. I lavori presentati saranno a disposizione di tutti gli insegnanti della Provincia Mediterranea per essere consultati e

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V Giornate degli Educatori Maristi

Celebriamo la quinta edizione di quest'iniziativa, incentrata sulla neurodidattica, che quest'anno avrà luogo nelle due sedi di Sanlúcar la Mayor e Alicante La nostra Provincia Mediterranea celebra, in questo anno accademico 2023-2024, la V Giornate degli Educatori Maristi. Questa quinta edizione si concentrerà in particolare sulla neurodidattica, un tema attuale che sarà molto utile per tutti coloro che parteciperanno a questo evento formativo.              Come negli anni precedenti, anche per questa quinta edizione della ci saranno due sedi. Le scuole di Sanlúcar La Mayor (Siviglia) e di Alicante ospiteranno questo evento pedagogico rispettivamente il 4 e il 18 novembre. Centinaia di educatori maristi parteciperanno per approfondire e condividere le loro buone pratiche didattiche, oltre che per ricevere una formazione specifica sul tema scelto.              “La neurodidattica sarà il filo conduttore di queste giornate e sarà presentata da Gemma Guillén San, direttrice di 'Niuco Educación', una professionista con più di 25 anni di esperienza nell'ambito delle Risorse Umane a livello internazionale e che ora sta concentrando il suo lavoro nel campo dell'educazione”, ci spiega Juan García, nostro delegato provinciale di Educazione.      L'obiettivo dell'intervento di Guillén sarà quello di approfondire l'argomento per formare gli insegnanti alla neurodidattica, un nuovo concetto che nasce dall'interazione tra diverse discipline come le neuroscienze, la psicologia e l'educazione. Allo stesso modo, queste Giornate degli Educatori Maristi serviranno come forum per “valorizzare il grande lavoro svolto nelle nostre scuole attraverso i Premi La Valla e il riconoscimento delle Buone Pratiche”, aggiunge Juan García. Il poster che annuncia l'evento e accompagna questa notizia (nelle due lingue dei paesi partecipanti, quindi sia in spagnolo che in italiano) trasmette quelle che saranno le idee fondamentali della formazione e gli insegnamenti condivisi, oltre a collegarsi anche allo slogan marista di quest'anno: “Siamo

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Entra, siamo casa

Iniziamo l’anno scolastico 2023-2024 con un nuovo slogan e con l’entusiasmo e la speranza con cui affrontiamo questa nuova tappa Vi diamo il benvenuto all’anno scolastico 2023-2024! E lo facciamo attraverso la nuova proposta educativa che le Province Mariste della Regione Europea ci presentano come slogan comune: “Siamo casa”. Uno slogan che nasce dalla voglia di dare risposta – una buona risposta, una risposta cristiana – alle esigenze della realtà in cui viviamo. La proposta marista per quest’anno è di far diventare i nostri centri delle case dove poter accogliere tutti e tutte, con le proprie particolarità e le proprie differenze. E soprattutto, ora che inizia un nuovo anno, vogliamo essere un luogo dove sentirsi a casa: accuditi, accolti, presi in considerazione, ecc... Non solo singolarmente in ogni scuola, ma anche nella grande casa comune che è il mondo e all’interno della nostra grande famiglia globale marista. Questa esperienza di “casa” si ispira al modo in cui Gesù accoglie e accompagna tutti; l’esempio per eccellenza di sguardo attento e inclusivo verso la persona. Una scelta di vita alla quale siamo chiamati in quanto maristi: per essere "focolari di luce" e fari di speranza, prendendoci cura della vita e generando nuova vita. Essere a casa significa sentirsi a proprio agio, accuditi, protetti, valorizzati, amati, confortati, tranquilli, liberi, parte di qualcosa, protagonisti, celebrati, rispettati, ascoltati, partecipanti, riconosciuti... Come potremmo non volerci sentire a casa? E non stiamo parlando solo dei nostri giovani, ma anche di noi educatori, delle famiglie e di tutti i membri della comunità educativa. È un modo di essere e di vivere che vogliamo portare con noi nei nostri quartieri, nelle parrocchie, nelle città, nella Chiesa e nel mondo. Non sarebbe una vera casa se non fosse sempre aperta per tutti coloro che ne fanno parte. La buona gestione delle differenze è un valore fondamentale della nostra casa: permettere a ciascuno di valorizzare la propria identità, prendendosi cura di tutte le dimensioni della persona. Significa educare ad ESSERE in un mondo che è pieno di diversità. La natura, le culture, le società e le capacità delle persone sono tutte diverse. E, in queste realtà, noi sentiamo di essere chiamati a creare ambienti sicuri di crescita e di convivenza per tutti i nostri bambini e ragazzi. Come Maristi di Champagnat, per noi l'inclusione deve essere sempre una sfida da tenere presente, una ricerca costante per rispondere ai bisogni del nostro tempo in ogni momento, riconoscendo la diversità umana come valore e principio etico ed evangelico. È un invito a trasformare vite attraverso l'educazione e a non lasciare indietro nessuno. Pensare alla nostra casa, ai nostri centri educativi, come a luoghi con una grandissima varietà di opzioni su cosa e come imparare; dando spazio a processi partecipativi in cui impariamo a dialogare alla pari con gli altri, a condividere e a essere responsabili. Siamo una casa aperta, all’interno della quale istituzioni, organizzazioni e gruppi della comunità sono coinvolti nell'ideazione di progetti; uno spazio in cui tutti partecipano e si promuove lo sviluppo in contesti diversi. Una casa che favorisce il percorso verso una concezione dell'educazione come compito condiviso da famiglie, scuole e altre istituzioni sociali impegnate in quest’ambito, come la nostra Fondazione Marcellino Champagnat o la Fondazione Siamo Mediterraneo o i nostri cari Maristi Blu. Lo slogan di quest’anno inoltre è legato al Patto Educativo Globale all’impegno principale di mettere al centro la persona, aprirsi all'accoglienza e ascoltare le giovani generazioni; e si ricollega a molteplici passi della Bibbia che ci parlano di equità, relazioni, cura, protezione... “Siamo casa”, insomma, è più di una frase fatta. È qualcosa che sentiamo nel profondo del nostro essere. Significa sapere che qui, dai Maristi, veramente e con tutto ciò che comporta... SEI A CASA. Un luogo in cui senti di appartenere, che vivi come tuo. Tutto si riduce a questo. Perché non è una casa qualsiasi, è la tua casa. Perché noi SIAMO CASA. Buon Anno

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Anno accademico 2022-2023: Sorridi… col cuore

Inizia un nuovo anno e lo slogan educativo scelto dai Maristi d’Europa ci invita a continuare a camminare insieme, al fianco di tutte le persone che compongono le nostre opere, e a farlo sempre sorridendo col cuore, a Dio e a tutto il mondo che ci circonda Inizia l'anno scolastico 2022-2023 e, con il cuore pieno di emozione per le novità del periodo che stiamo per inaugurare, facciamo spazio ai sorrisi. Vi proponiamo che questi sorrisi diventino una costante per tutto l’anno, che possiamo tutti sfoggiare un grande sorriso sul nostro volto... e nel nostro cuore. Lo slogan educativo proposto dalla Regione Marista d'Europa (MRE) per il 2022-2023 è proprio “Sorridi col cuore”. Con questa frase siamo tutti invitati a camminare insieme con gioia, sorridendo dal profondo, col cuore. Con spirito di apertura e semplicità, accoglienza fraterna e autenticità. Lo slogan ci ricorda di sorridere, di integrare sempre più questo semplice ma prezioso gesto nella nostra vita quotidiana, quando guardiamo gli altri, il mondo, Dio; e di farlo sempre con allegria e dal profondo del nostro essere. Dall'ambito educativo, vogliamo guardare allo slogan con un approccio integrale alla crescita della persona: partendo dagli elementi apparentemente più esteriori (sorriso, clima positivo di condivisione, buon umore, ottimismo, relazioni sane, feste e celebrazioni...) fino ad arrivare agli aspetti più profondi (accoglienza, affetto sincero, metterci il cuore, metterci l'anima, con gesti che nascono da dentro, con autenticità, con trasparenza, così come siamo, lasciandoci arricchire dalla diversità intorno a noi...). Non esiste altro gesto così bello e potente come il sorriso, universale e comprensibile in qualsiasi lingua o cultura, che trasmette all’istante tanta gentilezza e positività. A livello sociale, il sorriso è un mezzo molto efficace: aiuta nella vita professionale, nelle relazioni con le altre persone, riflette un atteggiamento positivo e rafforza la nostra fiducia, negli altri e in noi stessi. L'atto di sorridere è naturale per l'essere umano, e in molti casi persino involontario. Ci serve per tutta la vita come strumento di difesa e sostegno per la sopravvivenza, come contatto universale con gli altri, come un riflesso automatico… e in molti altri modi che ci regalano svariati benefici, come ad esempio effetti analgesici e calmanti. Sorridere, anche in situazioni di stress o quando non ci si sente del tutto bene, produce un effetto biologico per cui siamo incoraggiati a vedere le cose da un punto di vista più positivo e produttivo verso noi stessi. Perciò, così come abitudini sane sono necessarie per una buona salute del cuore, il buon umore è essenziale per affrontare la vita. Il sorriso è un po’ come l’olio che si mette negli ingranaggi per facilitare il loro buon funzionamento: negli incontri con gli altri è il nostro biglietto da visita, che ci permette di presentarci in maniera positiva e aperta al prossimo, fa sentire subito a suo agio chi abbiamo di fronte, provoca un sentimento di vicinanza, e crea un'atmosfera favorevole al dialogo. Come vedremo nella motivazione che segue, quando diciamo “col cuore” non ci riferiamo all'organo fisico in sé, per quanto importante, ma parliamo di quello che è per tutti un simbolo universale di amore e dedicazione. “Col cuore", cioè con affetto e fiducia; con gesti d’amore e gentilezza; dedicando tempo e attenzione alle cose; lasciandoci guidare dalle emozioni; con passione; in modo sincero e autentico; ascoltando la nostra interiorità; con onestà; partendo sempre da ciò che siamo e dalle esperienze che viviamo.... Lo slogan è espresso in seconda persona singolare, “Sorridi col cuore”, un invito personale a ognuno di noi. E anche la prospettiva con cui è stato pensato il disegno del poster cerca di esprimere la stessa idea: è un banco visto dall’alto, dalla persona seduta o in piedi davanti ad esso. Quindi, per te che guardi il poster, diventa il "tuo" banco, diventi tu personalmente il protagonista che si metterà al lavoro su quel banco durante l’anno. Così ognuno di noi si può sentire chiamato a questo affettuoso invito a sorridere col cuore. IL POSTER L’immagine principale è disegnata in verticale e, con tutti i diversi elementi presenti, il poster vuole: ESSERE INCLUSIVO, ATTENTO ALLA DIVERSITA’: elementi con cui le persone di diverse generazioni e background sociale possano identificarsi; si mostrano ad esempio tre diverse tonalità di pelle e almeno tre fasce di età; con tante diverse matite colorate che richiamano la nostra diversità; evitando facili stereotipi, c’è anche una diversità di genere nella rappresentazione; e possiamo vederci anche difficoltà di apprendimento e attività accessibili a tutti.... ESSERE PIENAMENTE MARISTA, con riferimenti ad uno spirito di famiglia e accoglienza; ad uno spirito di lavoro e anche lavoro manuale in particolare; a Maria, nostra Buona Madre; vediamo poi una violetta come simbolo della semplicità; una mela che ricorda il celebre aneddoto della vita di San Marcellino; la croce marista di Champagnat in uno dei libri; elementi che richiamano sia l'educazione formale che quella non formale; e ancora, il logo marista in alto a sinistra (che diminuisce di dimensione a seconda dei destinatari) e la scritta marist sul righello non specificano le diverse province mariste, in spirito di Comunione tra tutta la Regione Marista d’Europa. RAPPRESENTARE L’ESSENZA DELLO SLOGAN: la gioia, il sorriso (spontaneo, trasparente) e il cuore, cercando di diversificare la rappresentazione di quest'ultimo in diversi punti del poster (dall'alto in basso: la M di Maristas, la mela, la t-shirt, l'icona del WiFi, il mandala e l'ombra sinistra della palla). ESSERE ‘VIVO’, dinamico, non solo un qualcosa da osservare o di motivazione generale; piuttosto un vero e proprio strumento di lavoro con cui si può sviscerare lo slogan in diversi modi durante l’anno, un oggetto che può cambiare: nelle dimensioni, nel separare o unire elementi, nell’attaccare sopra le tavole elementi nuovi o diversi...; pieno di oggetti che i ragazzi possano ritrovare intorno a sé o riprodurre (la gomma, per esempio, o il righello, o la stampa del mandala... o costruire le proprie tavole). Il sorriso e il cuore sono alla base del nostro slogan e, in ambito religioso, scavando nei nostri testi di riferimento, troviamo molte allusioni a questi due elementi così importanti. Anche nella Bibbia infatti, la maggior parte delle volte in cui viene usato il termine "cuore" non si riferisce all'organo biologico. Quando la Bibbia parla del cuore, si riferisce all'interiorità della persona (1 Pietro 3, 3-4). “Il cuore è ciò che una persona è veramente” (Proverbi 23, 7a). Infatti, è col cuore che pensiamo, meditiamo e riflettiamo; è nel cuore che le nostre emozioni prendono forma e si esprimono liberamente; ed è nel cuore che troviamo la motivazione profonda per le nostre attività. Perché Dio cambia il cuore (Ezechiele 36, 26), e oggi invita anche noi a questo cambiamento. Inoltre, sono state stabilite una serie di idee-chiave per ogni mese, che approfondiscono diversi aspetti del nostro “Sorridi col cuore”: “Settembre: con il nostro miglior sorriso” (inizio dell’anno–photocall; sorridere alle novità, ai compagni, agli educatori…iniziamo con il nostro miglior sorriso).“Ottobre: sorriso contagioso” (diversità: contagiare e lasciarsi contagiare da ciò che ognuno può offrire con la sua diversità; convivenza a scuola, ambiente del centro; Alzati, Dà la tua opinione e Partecipa).“Novembre: regaliamo sorrisi” (A chi porterai un po’ di gioia oggi? A chi regalerai il tuo sorriso? Lavorare sui diritti dell’infanzia in chiave positiva; inizio dell’Avvento con gioia).“Dicembre: Sorridi alla Vita” (Sorridere all’arrivo di Gesù tra di noi; accogliere Gesù, accogliere la Vita; Gesù ti sorride, ti contagia di gioia con la sua Buona Notizia; contemplare la Vita che Gesù porta nel cuore).“Gennaio: Sorridi col Cuore” (L’incontro con l’altro; essere autentici, incontrarci davvero a partire da ciò che siamo; sorridi con gli occhi, incontra lo sguardo dell’altro; incontrarci col cuore; il tuo sorriso di pace).“Febbraio: E tu, perché sorridi?” (Sorridere “da dentro”; guarda dentro di te, guarda il tuo sorriso, qual è la causa di questa tua gioia? Essere consapevoli di come esprimiamo le nostre emozioni).“Marzo: Un cuore nuovo” (Cosa devi cambiare? Seguire il Vangelo; condividere, preghiera, prendere consapevolezza del fatto che Dio abita in te; Cosa c’è nella tua vita di superfluo? Cosa ti distrae dalle cose veramente importanti? Cosa senti come un peso in più? Quali parti di te devi imparare ad allenare? Cosa vuoi fare della tua vita? Per cosa vuoi che batta il tuo cuore? A cosa ti senti chiamato? Quaresima).“Aprile: Rallegratevi” (Contemplare la Vita – la Resurrezione - di Gesù dal cuore. Settimana Santa. Vita. Emmaus. Tornare in Galilea. Speranza, Fiducia). “Maggio: Cosa custodisci nel tuo cuore?” (Nel cuore di Maria; nel mese di Maria; Marcellino e il cuore di Maria. La primavera, rinascere. Cerchiamo sorrisi).“Giugno: Guardate come sorridono” (Sorriso di gratitudine. Invio. La nostra testimonianza è sorridere con il cuore. Champagnat. Fine dell’anno scolastico. Aspettative per il futuro e per ciò che ci aspettiamo da noi stessi come persone e come Maristi di Champagnat. Il sorriso e il cuore: due elementi fondamentali nella nostra vita che, se combinati, possono sprigionare una forza impressionante. Guidati dai nostri sorrisi e dai nostri cuori, ci auguriamo quindi di vivere a pieno e condividere con le persone che ci circondano il nuovo anno accademico che sta iniziando; perché vedrete che, con il sorriso e il cuore dalla nostra parte, la vita si riempirà di cose belle e positive. Ad ogni persona che sorride col cuore e a tutti coloro che stanno imparando come fare, auguriamo, dal profondo del nostro cuore, un anno scolastico felice e pieno di

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Benvenuti alla Resistenza!

Il Fratello Provinciale, H. Aureliano García Manzanal, invia una lettera aperta ad educatori ed educatrici mariste in questo inizio di corso. Il suo messaggio, motivante ed emozionante, parla dell'eredità di uno stile educativo che nazione a La Valla e di tutto l'eredità ricevuta e che semina, giorno dopo giorno, in ogni aula e progetto sociale di Maristas Mediterráneo. "Essendo consapevoli di un regalo così speciale, il motto di questo corso si riempie di un senso più profondo: sorridi di cuore" Agli educatori della Provincia Mediterranea : Cari amici e amiche: Inizia un nuovo anno scolastico e, con esso, si apre una nuova pagina della storia di ciascuna delle nostre scuole e opere sociali. Una pagina bianca dove scriveremo il capitolo di un libro che altri hanno iniziato a scrivere 205 anni fa. Raccogliamo un'eredità centenaria che, a sua volta, è stata ancorata molti secoli fa, negli insegnamenti del Maestro di Nazareth. Marcellino Champagnat, un semplice prete di campagna, raccolse il testimone nel 1817. Acquistò una casa semidiroccata a La Valla-en-Gier, nel dipartimento della Loira, in Francia, e lì, con un piccolo gruppo di giovani dei villaggi circostanti, iniziò a progettare un sistema di scuole che fornisse istruzione a centinaia di bambini delle campagne, bambini che fino a quel momento non potevano nemmeno immaginare che le porte della conoscenza e le finestre della speranza di una vita più dignitosa si sarebbero aperte anche a loro. Ognuno di voi fa parte di questa storia. Siamo eredi di uno stile educativo che è nato in quella casa di La Valla; ad esso ci riferiamo ogni volta che parliamo di “educazione marista”.  Abbiamo ereditato scuole che sono diventate case di luce, una pedagogia basata sulla presenza e sull'ascolto, il riferimento a Maria come Buona Madre e modello, l'amore per il lavoro e il senso di responsabilità, la missione intesa come servizio e donazione, lo spirito di famiglia, l'attenzione prioritaria a chi ha più bisogno e l'impegno incrollabile a costruire un mondo nuovo. Questa è l'eredità che, giorno dopo giorno, seminate in ogni aula e opera sociale della Provincia Marista di Mediterranea. Ad essa dedicate tutta la vostra vita ed è il motivo per cui vi alzate ogni mattina per intraprendere con gioia tutta la vostra attività educativa. Consapevoli di un dono così speciale, il motto di questo anno scolastico è carico di un significato più profondo: "Sorridi con il cuore”. Cosa posso dirvi? Grazie! Grazie per la vostra vocazione di educatori e per essere parte di questa grande famiglia marista. Ogni azione educativa è finalizzata a cambiare la realtà e non a adattarsi ad essa accontentandosi di ciò che c'è. Non tutto ciò che il mondo di oggi offre è valido. Rassegnarsi a ciò che il nostro secolo ha da offrire non è un'opzione che dà vita e di certo non aiuta nessuno a crescere. L'educazione marista è chiamata a offrire, a partire dalla fraternità, un nuovo paradigma capace di disegnare una società alternativa che assomigli di più al Regno di cui ha parlato Gesù. Si tratta, in fondo, di un movimento di resistenza. E sappiamo che nel corso della storia ne sono sorti molti: la resistenza all'occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale, i movimenti di disobbedienza civile, i movimenti non violenti come quello guidato dal Mahatma Gandhi in India, e così via. Certamente, non tutti possono essere considerati un esempio da seguire. Nel tentativo di offrire una società migliore, libera dalla tirannia e dall'ingiustizia, alcuni di loro hanno usato mezzi violenti che hanno finito per generare guerre altrettanto ingiuste e sanguinose di quelle che essi stessi cercavano di combattere. Più di duemila anni fa Gesù di Nazareth iniziò il suo unico movimento di resistenza. Era indubbiamente un buon maestro e spiegava il suo messaggio con parole e metafore semplici, in modo che anche i più giovani potessero comprenderlo: il seminatore che sparge i suoi semi nella speranza di un buon raccolto, il lievito che lievita la pasta, gli uccelli che non seminano né raccolgono, ma sono nutriti dal Padre, i gigli del campo che non lavorano né filano ma si vestono di una bellezza incomparabile, il tesoro nascosto nel campo per il quale vale la pena di vendere tutto, l'uomo saggio che costruisce sulla roccia… E raccontava storie. Ha parlato di un piccolo seme di senape che, sepolto nella terra, è diventato un bellissimo arbusto, di un pastore che ha lasciato il suo gregge per andare alla ricerca della pecora smarrita e di un buon padre che ha preparato un banchetto spettacolare per accogliere il figlio che aveva sperperato la sua eredità. Tutto ciò che faceva e diceva era una vera e propria esplosione di creatività, l'azione instancabile di un maestro. Voleva che gli uomini e le donne del suo tempo potessero cogliere la presenza salvifica e amorevole del Dio buono che accompagna la nostra storia. Per Gesù, la vita va sempre oltre ciò che si vede. Per lui, solo l'amore ci rende liberi. Solo la misericordia salva. Duemila anni dopo, la sua persona e il suo messaggio continuano a illuminare la vita di milioni di uomini e donne. Le sue tracce non sono state cancellate, né è cessata l'eco delle sue parole. Siamo in molti a credere che gli insegnamenti del Maestro di Nazareth possano restituire l'anima a un mondo che sembra averla persa. Noi maristi ci sentiamo chiamati a continuare questo movimento di resistenza che Gesù ha iniziato, e per questo abbiamo in mano la più potente arma di costruzione mai inventata: l'educazione. Vi invito a vivere in profondità il nostro impegno per questa resistenza radicata nel Vangelo e vi propongo alcune chiavi che possono aiutarci a metterla in pratica nella nostra azione educativa. Tutti questi aspetti, senza dubbio, si riflettono nel nostro Piano Strategico e nelle Priorità Provinciali, ma forse esprimerli in modo diverso può ispirare e portare una nuova prospettiva: 1.     Compassione e servizio come principi educativi. In un mondo competitivo in cui l'obiettivo è arrivare primi o almeno salire sul podio, con il nostro modo di educare affermiamo che “colui che vuole essere il primo sia l'ultimo e servo di tutti” (Mc. 9, 35). Come si educa alla bontà, al servizio e al dono di sé? Questa è la chiave per costruire un nuovo mondo basato sull'amore. Ed è anche la domanda chiave perché è legata alla nostra identità. Questo è ciò che siamo. Questa è la nostra vocazione e l'eredità che abbiamo ricevuto. Essere un fratello o un laico marista significa essere per gli altri. Come possiamo approfittare di questo Anno Vocazionale Marista per continuare a crescere e approfondire la nostra Spiritualità? 2.    La cultura dell’incontro come forma di vita La situazione pandemica degli ultimi anni ha messo in discussione il nostro mondo relazionale e persino il nostro equilibrio personale. Non siamo rimasti indifferenti a questo fenomeno nelle nostre scuole e nel lavoro sociale. Sono aumentati in modo esponenziale gli studenti con problemi di salute mentale e persino con idee suicide, abbiamo avvertito in misura maggiore o minore la paura del faccia a faccia anche tra i nostri insegnanti, e abbiamo cancellato per un lungo periodo molte delle nostre attività di gruppo e didattiche. Come recuperare l'incontro in modo equilibrato e responsabile? Come curare le ferite della solitudine e della paura? La fraternità e l'incontro sono il nostro habitat naturale. Fin dalle nostre origini, lo stile educativo marista si è basato su una pedagogia della presenza, della prossimità e dell'empatia. In questo modo, contribuiamo con il nostro granello di sabbia alla costruzione di una società alternativa basata sulla chiave della fraternità universale: “Uno solo è il vostro Maestro e tutti voi siete fratelli”. (Mt. 23,8) 3.    La resistenza per evitare il dominio dell’egoismo e rendere possibile la speranza. Come in altre parti del mondo, anche nell'area geografica della nostra Provincia Marista stiamo vivendo tempi di incertezza socio-politica. Le elezioni in Italia sono imminenti e alcune previsioni che vengono fatte sono davvero preoccupanti. In Libano siamo ancora nel mezzo di una crisi globale (politica, sociale ed economica) che sembra non avere fine. In Siria, si dice che l'82% della popolazione viva al di sotto della soglia di povertà; si trova in una situazione di “senza guerra, però senza pace” come ci ricordano nell’ultima Lettera da Aleppo (N. º 44). In Spagna ci saranno le elezioni nelle autonomie e continueremo a combattere con la LOMLOE e i cambi che questo comporterà nel sistema educativo. Quale lettura profetica possiamo offrire di fronte a tutte queste realtà? Ho iniziato questa lettera con la citazione dai Romani 12, 2: "Non conformatevi a questo mondo...". La resistenza al dogmatismo del mondo di oggi ci apre alla speranza e può impedire il dominio dell'egoismo. La nostra vocazione di educatori ha sempre una punta di anticonformismo e un atteggiamento critico che si concretizza in un impegno sociale attivo. 4.    L'incessante ricerca della pecora smarrita. La parabola della pecora smarrita è narrata nel Vangelo di Matteo e nel Vangelo di Luca. Matteo offre un dettaglio che dovrebbe mettere in discussione i nostri approcci educativi e capovolgere più di un programma. Racconta come il pastore lasci il resto del gregge per andare alla ricerca della pecora smarrita e poi aggiunge: “… E se la trova, vi dico davvero che ha più gioia per lei che per le novantanove che non si sono perse.” (Mt. 18,13). Cosa possiamo fare di più per raggiungere gli ultimi? O meglio, cosa dobbiamo cambiare affinché gli ultimi siano i primi nella piramide delle nostre preoccupazioni? L'impero dell'urgenza mediatica divora le notizie a un ritmo vertiginoso. Spesso mette in scena la debolezza, la povertà e la guerra. Può contribuire a sensibilizzare milioni di persone, certo, ma di solito è di breve durata e ignora i bisogni più vicini alla casa e alla vita quotidiana. Le notizie sono finite, ma la Siria continua a soffrire, la povertà aumenta nelle nostre città e nei nostri paesi, i nostri vicini non riescono a sbarcare il lunario, la crisi fa sì che i nostri amici e familiari perdano il lavoro, ecc. Come possiamo contrastare questa melodia ingannevole? Nella tradizione cristiana ortodossa las “mirofore” sono le donne che portarono la mirra al sepolcro di Cristo la mattina di Pasqua. Sono le donne che hanno curato e assistito il corpo di Gesù. In esse sono rappresentate tutti gli uomini e le donne che dedicano la loro vita alla cura e all'assistenza dei corpi feriti della storia. Trovo che sia un'immagine eloquente e stimolante che esprime la profondità della nostra vocazione di educatori. Stiamo iniziando un nuovo anno scolastico. Una pagina bianca. Un universo di possibilità si dispiega davanti a noi, una missione per cui vale la pena rischiare tutto, un sogno ereditato per far germogliare di nuovo la speranza. Buon Anno e … Benvenuti alla

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